giovedì 14 febbraio 2008

CAPITANO F.M. BELTRAMI


Nato a Cireggio [VB] nel 1908, caduto a Megolo [VB] il 13 febbraio 1944, architetto, Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria. Il primo riconoscimento, in qualche modo ufficiale, dell’esistenza, nell’Italia occupata, di un movimento partigiano, che preoccupava i nazifascisti comparve il 29 ottobre 1943 su La Stampa. In un articolo intitolato I cavalieri della macchia, a firma di Concetto Pettinato, si ironizzava a proposito di un “artista lombardo” e di sua moglie. Quell’artista era Filippo Beltrami, che sarebbe morto in combattimento un mese e mezzo dopo, cadendo con altri 12 compagni, tra i quali Antonio Di Dio, Gianni Citterio e Gaspare Pajetta; sua moglie era Giuliana Gadola. All’epoca capitano di artiglieria, l’8 settembre del 1943 Beltrami si era trasferito da Milano, con moglie e figli, a Cireggio, in una villa di famiglia. Noto nella zona per le sue idee antifasciste, l’architetto fu presto avvicinato da alcuni giovani comunisti che, con un gruppo di militari sbandati, avevano costituito una formazione partigiana sopra Quarna. Gli fu offerto di guidare la piccola banda ed egli accettò. A dicembre il gruppo contava 200 effettivi e il comando tedesco di stanza a Meina, preoccupato, gli propose una sorta di salvacondotto per lasciare la zona. Un colloquio tra il comandante partigiano e quello tedesco, Simon, si concluse con una frase sferzante di Beltrami: “…qui siamo a casa nostra, siete voi che dovete andarvene.” Il giorno dopo l’incontro, i tedeschi attaccarono di sorpresa e con forze soverchianti la base partigiana di Megolo, che venne occupata solo quando i partigiani caddero uno ad uno.
(tratto da www.resistenzanovarese.it)

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