lunedì 10 settembre 2012

LAGOSTINA: SITUAZIONE DIFFICILE

E’ preoccupante, forse più di quanto è stato riferito, la situazione della Lagostina. L’azienda ha chiesto sei settimane di cassa integrazione per tutti i 140 dipendenti. Ma a preoccupare le organizzazioni sindacali è il futuro dello stabilimento ed a questo proposito è stato chiesto l’intervento da parte delle istituzioni. La prima risposta è arrivata dal comune di Omegna ed il sindaco Adelaide Mellano ha convocato i rappresentanti dei lavoratori ed i sindacati per martedì prossimo. In concomitanza di questo primo appuntamento è stato previsto previsto un altro momento di mobilitazione con sciopero e presidio dei lavoratori sotto il Palazzo Comunale.
Fonte: VCOAzzurraTV

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo la mobilitazione e l'interessamento del comune di Omegna servono poco se l'azienda non puó reggersi con le proprie gambe. Trovo drammatico che questa crisi economica di stampo Ue ci costringa a restare inerti a guardare le imprese che chiudono tra la disperazione dei lavoratori e l'economia locale che va sempre più in affanno. Il refrain lo conosciamo già: non ci sono soldi; ma in un mercato globale devono esserci mercati, occasioni, opportunità di crescita. O siamo impediti?
E allora tra un mercato più difficile da penetrare e una classe imprenditoriale (a questo punto) demotivata e in cerca del mantenimento del facile guadagno, il Paese va a fondo e noi stiamo a guardare! Penso che occorra da una parte uno scatto di orgoglio nel tentare di salvare ció che resta del nostro sistema produttivo ma dall'altra una sorta di GEPI (ricordate) che gestisca le crisi aziendali non attraverso l'assunzione di partecipazioni (è aiuto di Stato) ma offrendo consulenza aziendale specializzata a livello globale: forse a Singapore c'è un Pentulat interessato a rilevare la fabbrica di Omegna! Unica condizione: no alle delocalizzazioni! A tal fine occorre anche una legge che tuteli i marchi storici (come gli immobili) vincolandoli: la cessione o il trasferimento all'estero devono essere autorizzati dal Governo (quindi: creazione di un registro dei marchi Made in Italy storici).

Anonimo ha detto...

Dimenticavo: tutta la mia solidarietà ai lavoratori della Lagostina augurandomi che l'attuale crisi sia risolta positivamente.

Anonimo ha detto...

Per impedire la delocalizzazione bisogna mettere l'etichetta "made in italy" solo a quello che si progetta e realizza in italia. Non ha senso che le aziende vadano via, in italia rimane un ufficio commerciale che importa da chissà dove e poi possano mettere il marchio italiano. Se non si fa in italia non è italiana!